Pietro Geranzani è nato a Londra nel 1964. Cresciuto tra la Germania e a Svizzera, si diploma nel 1989 presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova sotto la direzione di Gianfranco Bruno. Dedicatosi fin dagli esordi al disegno e alla pittura, sviluppa negli anni Ottanta un linguaggio influenzato dal Neoespressionismo, per poi orientarsi verso una pittura di matrice simbolista. La sua ricerca rielabora iconografie che spaziano dal classicismo all’arte primitiva, dando forma a un immaginario visionario che denuncia le atrocità della guerra e ogni forma di terrorismo. Attraverso una visione al tempo stesso derisoria e drammatica, l’artista restituisce un ritratto atterrito della condizione umana contemporanea. A partire dai primi anni Duemila, Geranzani amplia la propria pratica artistica sperimentando nel campo della videoarte, realizzando cortometraggi e mediometraggi. Da sempre affascinato dalle Wunderkammer, ne trae ispirazione per la costruzione dei suoi soggetti, popolati da figure polimorfiche e polisemiche che uniscono meraviglia e inquietudine. Tra le principali mostre personali si ricordano nel 2025 Anteguerra a Palazzo Citterio a Milano, nel 2023 Le loro teste sono verdi e le loro mani sono blu alla Fondazione Sangregorio di Sesto Calende e (Varese – I) e Dipinti al Centro culturale Il Rivellino di Locarno, insieme a una selezione di lavori di Martin Disler dedicati a Giovanni Testori. Nel 2016 partecipa a The 13th Asian, African & Mediterranean Modern Art Exhibition che si tiene presso la Shangkun Art Gallery di Hangzhou e successivamente presso il Quintian Culture Exhibition Center (Cina). Nel 2011 è invitato al Padiglione Italia presso l'Arsenale in occasione della Biennale di Venezia e nel 2005 alla mostra Il Male - Esercizi di Pittura Crudele, ospitata nella Palazzina di Caccia di Stupinigi a Torino, curata da Vittorio Sgarbi.

