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waw!
LUCA MOSCARIELLO - Puzzle n. 20, 2020, olio e smalto su tavola, cm 50x50

 

 

 

I lavori di Luca Moscariello possono apparire come un inganno. Se osservati superficialmente, sembrano un campionario di tavole, colori e texture, citazioni di materiali che basterebbero a circoscrivere il suo lavoro nell'arte concettuale. E invece si tratta di pittura. Onesta e reale. A una più attenta lettura appare evidente il fraintendimento visivo e i diversi piani di costruzione dell'immagine. L'inganno rimanda ad una riflessione sullo stato attuale della contemporaneità che, per via del sovraccarico di stimolazioni, ha disabituato l'occhio alla curiosità, impedendogli di penetrare la coltre di cui è circonfusa la nostra quotidianità.
Nel tentativo di rieducare alla visione, l'ammonimento che l'artista rivolge al pubblico è di diffidare delle normali facoltà sensoriali richiedendoci uno sforzo allo scopo di proiettare lo sguardo oltre l'impalcatura pittorica. Lo sviluppo del gioco percettivo si è svuotato in questi ultimi lavori della componente narrativa, per approfondire ancora di più le potenzialità del medium.
Viene in mente il certamen pittorico raccontanto in Naturalis Historia da Plinio il Vecchio: "Si dice che costui (Parrasio) sia venuto in competizione con Zeusi, il quale presentò un dipinto raffigurante acini d'uva: erano riusciti così bene, che alcuni uccelli volarono fin sulla scena [per beccarli]. Lo stesso Parrasio, a sua volta, dipinse un drappo, ed era così realistico che Zeusi - insuperbito dal giudizio degli uccelli - lo sollecitò a rimuoverlo, in modo che si potesse vedere il quadro. Ma non appena si accorse del suo errore, con una modestia che rivelava un nobile sentire, Zeusi ammise che il premio l'aveva meritato Parrasio. Se infatti Zeusi era stato in grado di ingannare gli uccelli, Parrasio aveva ingannato lui, un artista".
Passando poi "dall'inganno della mosca" di Giotto nei confronti di Cimabue, dai lavori di Cornelis Norbertus Gysbrechts ("Retro di un quadro", 1630), gli "armadi delle meraviglie" di Domenico Remps e la figura ragazzo di Pere Borrell del Caso, l'inganno prospettico e cromatico rende il dipinto più vero del reale e beffa l'osservatore. Ma l'intento non è uno sfoggio di bravura, quanto piuttosto approfondire sia la forma che il contenuto, dimostrare che la pittura può muoversi agevolmente su piani diversi. Proprio come in waw!, l'intento è quello di riappropriarsi del tempo e dello spazio. Il tempo di approfondire, di osservare l'opera, di entrarci e di leggerla, e lo spazio, perché l'opera va vista, toccata, a volte annusata. Altrimenti, citando "Robert Heinlein" in Straniero in terra straniera (1961), "qualsiasi idiota con una fiamma ossidrica malato di astigmatismo può dichiarare di essere uno scultore".

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opera in galleria

 

BIOGRAFIA
Nato a San Giovanni in Persiceto (Bo) nel 1980, vive e lavora a Sala Bolognese.
PRINCIPALI MOSTRE PERSONALI
2020 "A riveder le stelle", Banca Sistema, Milano, curated by M. Corbetta
2019 "Vehicle Projects", Banco BPM, Pietrasanta, curated by E. Mattei "Minime dinamiche di mimetizzazione", MAC – Museo d'Arte Contemporanea, Lissone (MB), a cura di A. Zanchetta
2018 "Mirabilia", Martina's Gallery, Giussano (MB), a cura di N. Bonechi
2017 "L'erbario mancante", Galleria Civica di Arte Contemporanea, Viadana (Mn) a cura di S. Gavioli
"Fasmidi", CRAG Chiono Reisova Art Gallery, Torino.
2015 "Allegria di naufragi", Galleria Colossi, a cura di C. Canali e S. Gavioli
"Ossimoro", Galleria Bonioni Arte, Bologna, a cura di N.Bonechi
2013 "Sotto i cardi", Galleria Bonioni Arte, Reggio Emilia, a cura di I. Quaroni
2011 "La grammatica della polvere", Museo Ca' La Ghironda, Zola Predosa, Bologna, a cura di G. Campanini
2008 "Memoria e materia", Museo di Scienze Naturali, Trento, a cura di V. Borgonuovo e A. Voltolini

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